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Servizi Psicologa
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L’ipergenitorialità: si può essere “troppo” genitori?
Chi sono gli ipergenitori?
Gli ipergenitori sognano di essere genitori perfetti.
Sono genitori che ,se da un lato, dedicano molto tempo ai figli, dedicano loro molte attenzioni e molto aiuto, dall’altra parte tendono anche a controllarli e a pretendere da loro la perfezione.
Si tratta della genitorialità portata all’estremo.
Gli ipergenitori tendono a fissare standard elevati, aspettative rigide e a guidare ogni aspetto della vita dei loro figli, spesso, senza lasciare spazio per l’autonomia e l’esplorazione individuale.
Questi genitori sentono una forte responsabilità nei confronti della sicurezza e della felicità dei figli.
Sognano di essere genitori perfetti, con figli perfetti, con un futuro perfetto.
Gli ipergenitori sono chiamati anche “genitori elicottero” o “genitori chioccia”: chi sono?
I Genitori Elicottero, spiano ogni mossa dei figli per assicurarsi che siano al sicuro.
Sono sempre pronti ad intervenire in ogni aspetto della vita dei figli, risolvendo problemi, prendendo decisioni e proteggendoli da qualsiasi rischio percepito, anche quando non è necessario.
Desiderano felicità e successo per il figlio, dunque lo invitano ad esplorare ma il rischio è che, essendo molto preoccupati per la sua sicurezza, involontariamente gli chiedano di farlo davanti ai loro occhi. Molti figli infatti, come risultato, si sentiranno di esplorare il mondo soltanto dallo schermo di un computer.
Il loro unico pensiero è offrire il meglio possibile ai loro figli. Per loro è fondamentale che i loro figli stiano bene, dunque cercano in loro ogni minimo segno di disagio per risolverlo.
Il bambino deve essere all’altezza di altissime aspettative da parte dei genitori, presterà molta importanza alle sue performance e alle sue prestazioni
Chi sono i figli degli ipergenitori?
I bambini cresciuti in un ambiente ipergenitoriale possono provare molta pressione e possono sviluppare sintomi quali ansia, depressione e bassa autostima, possono presentare difficoltà psicosomatiche e psicosociali.
Spesso sono definiti come timidi e ansiosi, o con una salute fragile.
La pressione costante per raggiungere elevati standard può portare a una mancanza di fiducia in se stessi e alla paura del fallimento. Inoltre, la mancanza di spazio per l’autonomia può influire negativamente sullo sviluppo delle capacità decisionali e della gestione dello stress.
Nelle relazioni con gli altri possono temere di essere abbandonati o rifiutati; avendo poca fiducia in sé stessi sentiranno dentro di sé sempre un gran vuoto da colmare.
Cosa fare se ti sei riconosciuto in questo stile genitoriale?
Gli ipergenitori sognano di essere genitori perfetti.
Abbandonate l’idea della perfezione: il figlio perfetto, il genitore perfetto e il mondo perfetto NON esistono!
I genitori sbagliano, i genitori falliscono e proprio dai loro difetti e dalle loro imperfezioni, i bambini possono crescere, svilupparsi al meglio e sentirsi speciali.
Un coinvolgimento genitoriale sano è essenziale per lo sviluppo dei bambini. Tuttavia, è cruciale trovare un equilibrio tra il supporto e la guida necessari e il lasciare spazio per l’autonomia. Un approccio consapevole richiede la comprensione delle esigenze individuali del bambino e la promozione di un ambiente che favorisca la crescita personale.

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DSA e Bassa Autostima: affrontare le sfide con fiducia
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono condizioni neurobiologiche che influenzano l’abilità di un individuo nell’acquisizione e nell’uso di abilità legate all’apprendimento come la lettura, la scrittura e la matematica.
Questi disturbi possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana di chi ne è affetto, influenzando non solo le prestazioni scolastiche ma anche l’autostima.
I bambini e gli adulti con DSA possono sperimentare una diminuzione dell’autostima a causa delle difficoltà che incontrano nell’apprendimento. Questo avviene maggiormente quando la certificazione non è ancora avvenuta o quando non viene spiegato bene cosa comporta avere un DSA.
Le difficoltà costanti nell’apprendimento infatti, possono portare a una crescente frustrazione e stress e gli individui con DSA possono sentirsi scoraggiati e impotenti di fronte a compiti che per gli altri possono sembrare semplici.
Spesso, le persone con DSA tendono a confrontarsi con gli altri e a notare le differenze nelle loro abilità. Queste comparazioni possono portare a sentimenti di inferiorità e indebolire l’autostima.
La mancanza di consapevolezza sui DSA può portare a etichettature negative e stereotipi. Le persone con DSA possono sentirsi giudicate o emarginate, il che può minare ulteriormente la loro autostima. Spesso vengono etichettati come svogliati.
La paura di fallire o di essere giudicati negativamente può impedire alle persone con DSA di mettersi alla prova o di sforzarsi, questo può portare a una mancanza di fiducia in se stessi.
E’ molto importante spiegare bene a genitori e ragazzi cosa significa avere un DSA e che le difficoltà possono essere compensate con strumenti compensativi e dispensativi a scuola, inoltre, è possibile imparare strategie alternative per raggiungere il successo scolastico.
Il primo passo per affrontare le sfide dei DSA dunque è la consapevolezza e l’accettazione di queste condizioni. Accettare i propri punti di forza e le aree di miglioramento è fondamentale per costruire l’autostima.
Inoltre il sostegno da parte della famiglia, degli insegnanti e degli specialisti dell’apprendimento è essenziale. Queste figure possono aiutare a individuare le strategie di apprendimento più efficaci e fornire un ambiente di supporto.
I ragazzi devono imparare a difendere le proprie esigenze, devono sviluppare i propri talenti e interessi per rafforzare l’autostima: è importante ricordare che tutte le persone con DSA sono persone che hanno un QI nella norma, dunque sono intelligenti.
La consulenza psicologica o la terapia cognitivo-comportamentale possono aiutare a gestire l’ansia, migliorare l’autostima e affrontare le sfide legate ai DSA.